L'Italia. Parte III
Guardare al passato serve
per capire una parte del futuro. Andate a leggere o ricordate tutti quelli che
gridavano al fallimento del nostro paese. Fra qualche giorno, fra qualche
mese, dicevano, saremo nelle stesse condizioni dei paesi falliti. Certo , fra
qualche anno , qualche secolo...... tutto e' possibile . Imperi immortali si
sono estinti ,la storia ce lo insegna . Valutare giorno per giorno le modifiche
della realta' aiuta la consapevolezza di tutti noi . Pronti a cambiare opinione
se i dati empirici ci dimostrano cose differenti da quello che crediamo. Non
condivido quasi niente delle decisioni prese dagli ultimi governi italiani. In
campagna elettorale , lo sapete , in molti lo diranno . Andate a rileggere o
ricordare quello che hanno detto ma sopratutto fatto negli ultimi anni anche
questo rende consapevoli. Quello che e' certo e' che seppur massacrando le
parti piu' deboli della societa' e non andando a risolvere le vere cause della
crisi, dal punto di vista strettamente matematico i conti del sistema pubblico
italiano sono molto piu' virtuosi di altri paesi considerati sani. Ho
evidenziato con dati concreti questa realta' in altre mail . Tutto questo pero'
non significa che siamo al riparo da altre bufere scatenate dai sedicenti
Mercati e dalle conseguenze di politiche economiche che si stanno ritorcendo
contro le stesse economie che si vorrebbero risollevare. Al contrario, noi
tutti , ogni giorno , viviamo e osserviamo le pessime condizioni di sempre piu'
ampi strati di popolazione . Voi sapete che ho scarsa stima delle opinioni di
istituzioni come il FMI,che come ho detto venerdi scorso dopo aver sostenuto
politiche ultra recessive ci prendono anche in giro dicendo che hanno messo un
numero sbagliato nella formula magica del risanamento economico. Vale la pena
pero' di leggere quello che dicono dell'Italia . In particolare sul sistema
pensionistico che rappresentera' nei prossimi anni uno dei fattori decisivi per
valutare le prospettive dei bilanci dei vari paesi . La quantita' delle risorse
impiegate in questo settore determineranno la salute economica dei vari
stati. "La riforma italiana sulle pensioni è la migliore del mondo.
L'Italia sarà l'unico grande paese dell'Eurozona a registrare un avanzo
strutturale nel 2013". e' questa la sostanza delle analisi del FMI che per
bocca del suo presidente Christine Lagarde ha annunciato recentemente al mondo
le condizioni del nostro paese . Secondo i dati del FMI, l'Italia sarà anche l'unico grande
Paese dell'Eurozona a registrare un avanzo strutturale nel 2013. Il surplus,
affermano i tecnici del Fondo, risulterà pari allo 0,7%, contro un disavanzo
aggiustato per il ciclo dello 0,5% nel 2012. L'avanzo primario è stimato pari
al 2,6% quest'anno, al 3,6% il prossimo e poi in lenta risalita fino al 5% nel
2017. Il percorso intrapreso consentirà di invertire la tendenza alla crescita
del debito sin dal 2014. Malgrado la pesante recessione degli ultimi
mesi, nel 2013 il bilancio, oramai in pareggio strutturale, al netto del ciclo
economico registrerà un attivo pari allo 0,7% del pil (dal -0,5% del 2012)
grazie a manovra correttive che nel biennio 2012-2013 toccheranno i 3,4 punti
percentuali di pil. Al netto del ciclo stesso il deficit tricolore nel
biennio in questione si ridurrà dal 2,7% all'1,8%, il valore più basso tra i
paesi del G7, con la sola eccezione della Germania. In ascesa seppur marginale,
il debito pubblico, che nello stesso periodo passa dal 126,3% del pil al
127,8%. Non
prendete tutto per dati acquisiti. Il FMI non ha scorto , o non ha voluto
scorgere altre tempeste che ho annunciato arriveranno nei mesi e anni prossimi.
La sostanza pero' e' quella . Io ho la presunzione ( ditemelo se sbaglio ) che
tutti i dati importanti che vengono pubblicizzati sul nostro paese vengono in
un modo o in altro conosciuti da tutti . E' spesso per questo motivo che molti
di questi dati non li commento nelle mie mail .
Alcuni di questi pero' li
sottolineo e permettetemi di dire ( anche se non mi piace molto ricordarlo
direttamente da me stesso ) io lo avevo detto !
Nuove erogazioni a picco: -35% in 9 mesi. Il capo dell’Inps Mastrapasqua: «Presto
meglio della Germania» La
pensione è un sogno che, per gli italiani, si allontana sempre di più. I
lavoratori italiani (anche senza le nuove regole imposte dalla riforma Fornero,
che deve ancora entrare a regime) accedono ai trattamenti di quiescenza sempre
più tardi. Nei primi 9 mesi dell’anno il numero delle nuove pensioni è crollato
del 35,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. CorrieredellaSera. Ieri il
nostro Presidente del consiglio ha ricordato che se il nostro paese sta ancora
a galla lo deve anche alla solidita' ( media , dico io ) finanziaria delle
famiglie italiane . Ricordando a lui che ben poco , lui , ha fatto per le
famiglie italiane non posso che essere d'accordo. Il poco indebitamento privato
italiano e' una delle forze determinanti . In passato l'ho evidenziato . Ora un
recente studio della nota banca elvetica Credit Suisse non fa che confermare questo.
Questo report mette a nudo diversi aspetti della crisi, aspetti che hanno
inesorabilmente colpito anche il nostro paese. Parliamo di ricchezza, crisi
immobiliare, impatto della crisi sulle famiglie. Ma attenzione. La cosa che più
mi ha colpito è stato il rapporto tra il debito e la ricchezza degli italiani.
Un rapporto che ci fa vedere uno stato indubbiamente molto indebitato ma anche
una ricchezza media fuori dalla media globale. La ricchezza finanziaria netta
delle famiglie (pari a 2,38 volte il reddito disponibile) è invece una grande
ricchezza per il nostro Paese che va tutelato e utilizzato al meglio, e deve
anche essere tenuta in seria considerazione quando si valuta la solidità
finanziaria di un emittente, nella fattispecie la Repubblica Italiana, oltre
che per valutare i vari piani di “rientro” dagli eccessi del debito (fiscal
compact). Riporto anche due grafici che ho gia'
evidenziato in passato.
Tenuto conto che, a mio parere, alcuni
stati , legalmente o meno , non calcolano correttamente il loro debito pubblico
, non siamo messi malissimo. Il dibattito , che non e' recente, sulla
produttivita', oltre ad ignorare il fatto che questa si puo' aumentare facendo
investimenti sulla tecnologia di produzione e innovazione dei prodotti ( i
recenti dati stratosferici sulle nostre esportazioni dimostrano che sono
essenziali per raggiungere certi obiettivi ) esclude altri argomenti . Non si
ricorda mai che in tutte le aziende, seguite dai sindacati , da anni ci sono
contratti interni che prevedono quote di salari legate alla produttivita
aziendale . Nelle altre questa voce viene distribuita , dove viene fatto ,
direttamente dal titolare. La mancanza di una politica industriale , energetica
, in sostanza , di sviluppo programmato e' stata quasi esclusivamente basata
sulla diminuzione reale dei salari. Questa non puo' che portare ad una
diminuzione della possibilta' di spesa . I recenti dati lo confermano . 25
ottobre (Reuters) - Nel mese di settembre le retribuzioni contrattuali orarie
sono salite dello 0,1% rispetto ad agosto e dell'1,4% su base annua. Lo rende
noto l'Istat, spiegando che ad agosto le retribuzioni erano cresciute dello
0,1% in termini congiunturali e dell'1,6% su base annua. Il differenziale tra
la crescita tendenziale delle retribuzioni e la crescita dell'inflazione
(+3,2%) sale a 1,8 punti percentuali da 1,6. Il direttore studi di
Confcommercio, Mariano Bella , recentemente ha detto che dal 2007 ad oggi
mediamente una famiglia ha perso 5000 Euro di reddito annuali e ha ridotto di
2800 Euro le proprie spese all'anno. A completare il quadro l'ISTAT dice che i
salari reali sono rimasti al palo in Italia negli ultimi 20 anni. «Tra il 1993
e il 2011 - spiega l'Istat - le retribuzioni contrattuali mostrano, in termini
reali, una variazione nulla, mentre per quelle di fatto si rileva una crescita
di quattro decimi di punto l'anno».
Il rapporto Censis
Confcommercio emesso da qualche giorno e' chiaro.
«Quasi una famiglia su cinque non riesce a far fronte alle spese con il proprio
reddito»;
«due su tre va in pareggio ma non riesce a mettere da parte nulla»;
«il 65% delle famiglie va sostanzialmente in pari tra entrate ed
uscite»;
«un 18% che non e’ riuscito a coprire per intero, nell’ultimo semestre,
le spese con il proprio reddito»;
«appena il 17% degli intervistati ha dichiarato di essere riuscito a
risparmiare parte del reddito dopo aver coperto tutte le spese»;
«4,5 milioni di famiglie la cui maggioranza ricorre ai risparmi in banca
(56%), mentre il 21% si indebita o posticipa i pagamenti». Quella ricchezza di
cui parlavo prima va diminuendo. Completo il quadro con L'Italia che traina da
anni la triste classifica dei peggiori paesi dell'Ocse quanto a incidenza sul
costo del lavoro di Irpef e contributi sociali (a carico di datori e
dipendenti), al netto degli assegni familiari.
Nel 2011 il peso delle tasse sulla busta paga era al 47,6%, superiore di 5,5
punti alla media dell'Eurozona (42,5%). Addirittura 9 punti per un lavoratore
con coniuge e due figli a carico (38,6%). Anche se superfluo ricordo che
trasformare l'evasione e l'elusione fiscale e contributiva da azioni
tollerate e a volte giustificate in tabu' che penalizzano l'intera
collettivita' sono essenziali. Solo queste politiche possono concretamente
portare a diminuzioni di tasse e contributi sopratutto sui redditi da lavoro.
Ho parlato di paesi dove i prezzi immobiliari gonfiatisi negli anni hanno
causato bolle immobiliari che hanno devastato il mondo oltre che gli stessi
paesi. Altre si stanno gonfiando. In Italia io penso che non ci troveremo in
una di quelle situazioni.
Nel secondo trimestre di quest'anno l'indice dei prezzi delle abitazioni
acquistate dalle famiglie scende dello 0,4% in termini congiunturali e
dell'1,7% su base annua. Sul calo tendenziale pesa il ribasso segnato dalle
case gia' esistenti (-3,6%), mentre le nuove sono in rialzo (+2,8%).
Lo rileva l'Istat, che per la prima volta ha pubblicato il dato sul valore
delle proprieta' immobiliari in Italia. Certamente questo va ad influire
negativamente anche sui bilanci delle nostre banche . Di fatto, i prezzi
delle case in Italia sono crollati in termini reali -16% dal 2008, il 44% dei
prestiti delle banche è legato al settore. Questo significa - stando alle stime
di AlixPartners - che le banche potrebbero essere prossime ad accusare perdite
- sulla scia del crollo dei prezzi delle abitazioni - tra 9 e 65 miliardi di
euro, oltre ai 23 miliardi di euro legati ai crediti inesigibili venutisi a
creare con la recessione. L'esposizione delle banche italiane verso il settore
immobiliare - mutui e prestiti alle società attive nel mercato immobiliare - è
di 662 miliardi di euro, contro i 951 miliardi di euro della Spagna. Spero di
aver fatto un quadro abbastanza completo della situazione del nostro paese . Le
dimensioni della disoccupazione del disagio sociale li conoscete
ampiamente. Sono convinto che ci sara' ancora da soffrire fra alti e bassi nei
prossimi anni .
Abbiamo pero' delle risorse che altri , per loro fortuna o
scelta non hanno.
Paolo.