martedì 30 ottobre 2012

Oltre l'orizzonte



L'Italia. Parte III  
Guardare al passato serve per capire una parte del futuro. Andate a leggere o ricordate tutti quelli che gridavano al fallimento del nostro paese. Fra qualche giorno,  fra qualche mese, dicevano, saremo nelle stesse condizioni dei paesi falliti. Certo , fra qualche anno , qualche secolo...... tutto e' possibile . Imperi immortali si sono estinti ,la storia ce lo insegna . Valutare giorno per giorno le modifiche della realta' aiuta la consapevolezza di tutti noi . Pronti a cambiare opinione se i dati empirici ci dimostrano cose differenti da quello che crediamo. Non condivido quasi niente delle decisioni prese dagli ultimi governi italiani. In campagna elettorale , lo sapete , in molti lo diranno . Andate a rileggere o ricordare quello che hanno detto ma sopratutto fatto negli ultimi anni anche questo rende consapevoli. Quello che e' certo e' che seppur massacrando le parti piu' deboli della societa' e non andando a risolvere le vere cause della crisi, dal punto di vista strettamente matematico i conti del sistema pubblico italiano sono molto piu' virtuosi di altri paesi considerati sani. Ho evidenziato con dati concreti questa realta' in altre mail . Tutto questo pero' non significa che siamo al riparo da altre bufere scatenate dai sedicenti Mercati e dalle conseguenze di politiche economiche che si stanno ritorcendo contro le stesse economie che si vorrebbero risollevare. Al contrario, noi tutti , ogni giorno , viviamo e osserviamo le pessime condizioni di sempre piu' ampi strati di popolazione . Voi sapete che ho scarsa stima delle opinioni di istituzioni come il FMI,che come ho detto venerdi scorso dopo aver sostenuto politiche ultra recessive ci prendono anche in giro dicendo che hanno messo un numero sbagliato nella formula magica del risanamento economico. Vale la pena pero' di leggere quello che dicono dell'Italia . In particolare sul sistema pensionistico che rappresentera' nei prossimi anni uno dei fattori decisivi per valutare le prospettive dei bilanci dei vari paesi . La quantita' delle risorse impiegate in questo settore determineranno la salute economica  dei vari stati. "La riforma italiana sulle pensioni è la migliore del mondo. L'Italia sarà l'unico grande paese dell'Eurozona a registrare un avanzo strutturale nel 2013". e' questa la sostanza delle analisi del FMI che per bocca del suo presidente Christine Lagarde ha annunciato recentemente al mondo le condizioni del nostro paese . Secondo i dati del FMI, l'Italia sarà anche l'unico grande Paese dell'Eurozona a registrare un avanzo strutturale nel 2013. Il surplus, affermano i tecnici del Fondo, risulterà pari allo 0,7%, contro un disavanzo aggiustato per il ciclo dello 0,5% nel 2012. L'avanzo primario è stimato pari al 2,6% quest'anno, al 3,6% il prossimo e poi in lenta risalita fino al 5% nel 2017. Il percorso intrapreso consentirà di invertire la tendenza alla crescita del debito sin dal 2014.  Malgrado la pesante recessione degli ultimi mesi, nel 2013 il bilancio, oramai in pareggio strutturale, al netto del ciclo economico registrerà un attivo pari allo 0,7% del pil (dal -0,5% del 2012) grazie a manovra correttive che nel biennio 2012-2013 toccheranno i 3,4 punti percentuali di pil.  Al netto del ciclo stesso il deficit tricolore nel biennio in questione si ridurrà dal 2,7% all'1,8%, il valore più basso tra i paesi del G7, con la sola eccezione della Germania. In ascesa seppur marginale, il debito pubblico, che nello stesso periodo passa dal 126,3% del pil al 127,8%. Non prendete tutto per dati acquisiti. Il FMI non ha scorto , o non ha voluto scorgere altre tempeste che ho annunciato arriveranno nei mesi e anni prossimi. La sostanza pero' e' quella . Io ho la presunzione ( ditemelo se sbaglio ) che tutti i dati importanti che vengono pubblicizzati sul nostro paese vengono in un modo o in altro conosciuti da tutti . E' spesso per questo motivo che molti di questi dati non li commento nelle mie mail . 
Alcuni  di questi pero' li sottolineo e permettetemi di dire ( anche se non mi piace molto ricordarlo direttamente da me stesso ) io lo avevo detto !
Nuove erogazioni a picco: -35% in 9 mesi. Il capo dell’Inps Mastrapasqua:
«Presto meglio della Germania» La pensione è un sogno che, per gli italiani, si allontana sempre di più. I lavoratori italiani (anche senza le nuove regole imposte dalla riforma Fornero, che deve ancora entrare a regime) accedono ai trattamenti di quiescenza sempre più tardi. Nei primi 9 mesi dell’anno il numero delle nuove pensioni è crollato del 35,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. CorrieredellaSera. Ieri il nostro Presidente del consiglio ha ricordato che se il nostro paese sta ancora a galla lo deve anche alla solidita' ( media , dico io ) finanziaria delle famiglie italiane . Ricordando a lui che ben poco , lui , ha fatto per le famiglie italiane non posso che essere d'accordo. Il poco indebitamento privato italiano e' una delle forze determinanti . In passato l'ho evidenziato . Ora un recente studio della nota banca elvetica Credit Suisse non fa che confermare questo. Questo report mette a nudo diversi aspetti della crisi, aspetti che hanno inesorabilmente colpito anche il nostro paese. Parliamo di ricchezza, crisi immobiliare, impatto della crisi sulle famiglie. Ma attenzione. La cosa che più mi ha colpito è stato il rapporto tra il debito e la ricchezza degli italiani. Un rapporto che ci fa vedere uno stato indubbiamente molto indebitato ma anche una ricchezza media fuori dalla media globale. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie (pari a 2,38 volte il reddito disponibile) è invece una grande ricchezza per il nostro Paese che va tutelato e utilizzato al meglio, e deve anche essere tenuta in seria considerazione quando si valuta la solidità finanziaria di un emittente, nella fattispecie la Repubblica Italiana, oltre che per valutare i vari piani di “rientro” dagli eccessi del debito (fiscal compact). Riporto anche due grafici che ho gia' evidenziato in passato. 



        Tenuto conto che, a mio parere, alcuni stati , legalmente o meno , non calcolano correttamente il loro debito pubblico , non siamo messi malissimo. Il dibattito , che non e' recente, sulla produttivita', oltre ad ignorare il fatto che questa si puo' aumentare facendo investimenti sulla tecnologia di produzione e innovazione dei prodotti ( i recenti dati stratosferici sulle nostre esportazioni dimostrano che sono essenziali per raggiungere certi obiettivi ) esclude altri argomenti . Non si ricorda mai che in tutte le aziende, seguite dai sindacati , da anni ci sono contratti interni che prevedono quote di salari legate alla produttivita aziendale . Nelle altre questa voce viene distribuita , dove viene fatto , direttamente dal titolare. La mancanza di una politica industriale , energetica , in sostanza , di sviluppo programmato e' stata quasi esclusivamente basata sulla diminuzione reale dei salari. Questa non puo' che portare ad una diminuzione della possibilta' di spesa . I recenti dati lo confermano . 25 ottobre (Reuters) - Nel mese di settembre le retribuzioni contrattuali orarie sono salite dello 0,1% rispetto ad agosto e dell'1,4% su base annua. Lo rende noto l'Istat, spiegando che ad agosto le retribuzioni erano cresciute dello 0,1% in termini congiunturali e dell'1,6% su base annua. Il differenziale tra la crescita tendenziale delle retribuzioni e la crescita dell'inflazione (+3,2%) sale a 1,8 punti percentuali da 1,6. Il direttore studi di Confcommercio, Mariano Bella , recentemente ha detto che dal 2007 ad oggi mediamente una famiglia ha perso 5000 Euro di reddito annuali e ha ridotto di 2800 Euro le proprie spese all'anno. A completare il quadro l'ISTAT dice che i salari reali sono rimasti al palo in Italia negli ultimi 20 anni. «Tra il 1993 e il 2011 - spiega l'Istat - le retribuzioni contrattuali mostrano, in termini reali, una variazione nulla, mentre per quelle di fatto si rileva una crescita di quattro decimi di punto l'anno».   
Il rapporto Censis Confcommercio emesso da qualche giorno e' chiaro. 
«Quasi una famiglia su cinque non riesce a far fronte alle spese con il proprio reddito»;
  «due su tre va in pareggio ma non riesce a mettere da parte nulla»;
  «il 65% delle famiglie va sostanzialmente in pari tra entrate ed uscite»;
  «un 18% che non e’ riuscito a coprire per intero, nell’ultimo semestre, le spese con il proprio reddito»;
  «appena il 17% degli intervistati ha dichiarato di essere riuscito a risparmiare parte del reddito dopo aver coperto tutte le spese»;
  «4,5 milioni di famiglie la cui maggioranza ricorre ai risparmi in banca (56%), mentre il 21% si indebita o posticipa i pagamenti». Quella ricchezza di cui parlavo prima va diminuendo. Completo il quadro con L'Italia che traina da anni la triste classifica dei peggiori paesi dell'Ocse quanto a incidenza sul costo del lavoro di Irpef e contributi sociali (a carico di datori e dipendenti), al netto degli assegni familiari.
Nel 2011 il peso delle tasse sulla busta paga era al 47,6%, superiore di 5,5 punti alla media dell'Eurozona (42,5%). Addirittura 9 punti per un lavoratore con coniuge e due figli a carico (38,6%). Anche se superfluo ricordo che trasformare l'evasione e l'elusione  fiscale e contributiva da azioni tollerate e a volte giustificate in tabu' che penalizzano l'intera collettivita' sono essenziali. Solo queste politiche possono concretamente portare a diminuzioni di tasse e contributi sopratutto sui redditi da lavoro. Ho parlato di paesi dove i prezzi immobiliari gonfiatisi negli anni hanno causato bolle immobiliari che hanno devastato il mondo oltre che gli stessi paesi. Altre si stanno gonfiando. In Italia io penso che non ci troveremo in una di quelle situazioni.
Nel secondo trimestre di quest'anno l'indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie scende dello 0,4% in termini congiunturali e dell'1,7% su base annua. Sul calo tendenziale pesa il ribasso segnato dalle case gia' esistenti (-3,6%), mentre le nuove sono in rialzo (+2,8%).

Lo rileva l'Istat, che per la prima volta ha pubblicato il dato sul valore delle proprieta' immobiliari in Italia. Certamente questo va ad influire negativamente anche  sui bilanci delle nostre banche . Di fatto, i prezzi delle case in Italia sono crollati in termini reali -16% dal 2008, il 44% dei prestiti delle banche è legato al settore. Questo significa - stando alle stime di AlixPartners - che le banche potrebbero essere prossime ad accusare perdite - sulla scia del crollo dei prezzi delle abitazioni - tra 9 e 65 miliardi di euro, oltre ai 23 miliardi di euro legati ai crediti inesigibili venutisi a creare con la recessione. L'esposizione delle banche italiane verso il settore immobiliare - mutui e prestiti alle società attive nel mercato immobiliare - è di 662 miliardi di euro, contro i 951 miliardi di euro della Spagna. Spero di aver fatto un quadro abbastanza completo della situazione del nostro paese . Le dimensioni della disoccupazione del disagio sociale  li conoscete ampiamente. Sono convinto che ci sara' ancora da soffrire fra alti e bassi nei prossimi anni . 
Abbiamo pero' delle risorse che altri , per loro fortuna o scelta non hanno. 
  Paolo.                                                                                                





domenica 28 ottobre 2012

Oltre l'orizzonte



Stati Uniti d' America - Parte II
 Anche negli USA c'e' l'incognita delle elezioni presidenziali.  Anche se va detto che  la finanza di Wall Street a differenza delle passate elezioni quando si schiero' compatta con Obama in questo giro si e' divisa a meta' . Molte societa' finanziano la campagna elettorale di Obama altrettante hanno versato somme ingenti nelle casse di Romney. Chi vincera' le lezioni comunque si trovera' ad affrontare qualche problemino. Dell'Occupazione in primo luogo . 
Di questo argomento ho gia parlato ma vale la pena di ritornarci. Innanzitutto  teniamo presente che il settore dei servizi conta ormai per oltre i due terzi per la creazione di posti di lavoro in America. Non solo, il settore delle piccole e medie imprese, domina il settore dei servizi ! Bene allora verifichiamo ancora una volta la capacita' di rilevazione dei dati occupazionali con i sistemi del BLS (  Bureau of Labor Statistics ). Visti i dati fantastici di creazione di nuovi posti di lavoro in questi settori emessi qualche giorno fa , che contraddicono gli stessi dati annunciati dall'indice ISM manifatturiero annunciati negli stessi giorni, vediamo cosa scopre http://www.streettalklive.com/daily-x-change/1250-nfib-small-businesses-dont-agree-with-bls.html.  
Il grafico dimostra , se qualcuno avesse ancora dei dubbi l'inaffidabilita' delle rilevazioni BLS. La divergenza fra i dati reali e quelli annunciati e' evidente. In sostanza, la  Federazione Nazionale della Independent Business (NFIB) che tramite le sue 350 mila piccole imprese associate fa sondaggi per capire quali sono le aspettative per questo settore. Ebbene l'indice NFIB e' sceso dello 0,1 % a settembre . Determinante per questa discesa la parte riguardante i piani di creazione di posti di lavoro. Questo e' sceso di un bel 6 %. Il dato dell'indice ancora sotto lo zero che presume aumento dell'occupazione e le dichiarazioni delle aziende che esprimono basse aspettative e pessimismo per le piccole e medie imprese per il futuro non possono far pensare a niente di buono per il futuro.
 La Bilancia commerciale
Ne ho parlato poco nelle mie mail ma e' una delle condizioni che determina lo stato di salute di un paese. In economia la bilancia commerciale è uno degli elementi principali della bilancia dei pagamenti, in contabilità nazionale è un conto nel quale viene registrato l'ammontare delle importazioni e delle esportazioni di merci di un paese. Il saldo di bilancia commerciale corrisponde alla differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni di merci (e non di servizi). La bilancia commerciale può essere in attivo, quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni, con conseguente ingresso di capitale monetario nello stato, o in passivo, quando il valore delle importazioni supera il valore delle esportazioni, con conseguente uscita di capitale monetario dalla nazione.L'attività o la passività della bilancia commerciale di un paese è un indicatore fondamentale della sua solidità e della sua ricchezza economica. Il saldo della bilancia commerciale di due Paesi determina il tasso di cambio delle rispettive monete. 
Il Dipartimento del commercio ha reso noto che nel mese di agosto il deficit della bilancia commerciale americana è stato pari a 44,2 miliardi di dollari, in rialzo del 4,1% rispetto alla rilevazione di luglio rivista al ribasso da-42 a -42,5 miliardi di dollari. L’indicazione  ha deluso le attese degli analisti che si erano preparati ad una flessione a 43,8 miliardi. Ricordate quando nelle mail dicevo che gli USA non potevano stare al riparo  dai problemi europei e dei paesi come Cina e India ?
 

E' utile ricordare che le aziende esportatrici americane non potranno che soffrire da questa situazione . Teniamo presente che sul fronte interno le esportazioni sono più che mai di fondamentale importanza in quanto corrispondono a più del 13% del PIL ( GDP, Gros Domestic Product nel grafico ) e influenzano circa il 40% degli utili societari.

Nel mese di agosto, le esportazioni sono diminuite, le importazioni di prodotti petroliferi e del petrolio hanno fatto aumentare i prezzi a causa della debolezza del dollaro. le importazioni di prodotti petroliferi e del petrolio hanno fatto aumentare i prezzi a causa della debolezza del dollaro.Quindi la veloce svalutazione del dollaro non potrà far altro che rendere più onerose le importazioni e allo stesso tempo favorire le esportazioni ma molto dipenderà dalla dinamica globale. Ovviamente l’aumento delle importazioni rispetto alle esportazioni creerà un disavanzo che non mancherà di influenzare negativamente il PIL  già ormai vicino alla crescita reale , tolta l'inflazione, recessiva ovvero 1,25% anche nel 2013. Storicamente quando entrambe le importazioni e le esportazioni diminuiscono simultaneamente indicano l’inizio di una recessione. 

  

    Del Mercato Immobiliare ho parlato spesso. 
Oltre alla droga immessa dalla FED per stabilizzare i prezzi delle case va ricordato che oltre il 90 % delle case pignorate sono ora di proprieta' delle banche che non le immettono sul mercato per non doverle vendere a prezzi ridicoli. Anche solo una piccola immissione sul mercato di queste case procurerebbe una nuova diminuzione dei prezzi. Inoltre , dopo una pausa per lo scandalo delle firme false da parte delle banche, il numero dei sequestri ha ripreso la sua marcia verso l’alto (nell’ordine di 3 milioni di pignoramenti l’anno).  Nonostante il mantenimento di molte case nei bilanci delle banche, la situazione è allarmante: delle dieci più grandi città degli Stati Uniti dopo New York, la percentuale d’annunci dei pignoramenti è del 56% , con città come Los Angeles (la seconda città degli Stati Uniti) o Chicago (terza) con una percentuale di sequestri pari al 67%, per non parlare, ovviamente di Detroit o di Miami, dove si sale al 75%. Si segnala inoltre che gli annunci con riduzione di prezzo sono molto più numerosi di quelli in cui il prezzo è in aumento. Solo New York sembra avere un mercato dinamico, senza pignoramenti e aumenti. Piu' pignoramenti uguale a piu case sul mercato e quindi prezzi in discesa.
Sentirete parlare del Fiscal Cliff ( Scoglio Fiscale ). 
Il Fiscal Cliff è un mix di due parole che, messe insieme, valgono la cifra di 607 miliardi di dollari USA relative a spese ed agevolazioni fiscali che verranno a scadere in data 31/12/2012. Si tratta addirittura degli incentivi fiscali introdotti nell’era Bush e si dovrà trovare un accordo sul tetto al debito Usa per evitare tagli automatici alle spese e aumenti delle tasse. Vale ben il 4% del PIL USA. Lo scenario con o senza Fiscal Cliff cambia notevolmente . Questa la crescita o meno del PIL .  Queste l'aumento o meno delle tasse. Mediamente una famiglia americana potrebbe avere 1000 $ in meno di reddito. Nell'ultimo censimento il popolo americano era composto da circa 309.000.000 persone . Di queste , 9 milioni hanno perso la casa, 12 rischiano di perderla, 29 sono sottoccupati, 46 circa vivono di sussidi, food stamps e 9 hanno perso il diritto all’assistenza sanitaria.  
Una grande sfida per chiunque vincera' le prossime elezioni per far rivivere il sogno americano. 


 Paolo.      
Fine parte II.                 







giovedì 25 ottobre 2012

Oltre l'orizzonte

In Europa - Parte I


Impossibile guardare oltre l'orizzonte. Possiamo pero' osservare quello che precede la fine del mondo visibile e mentre ci dirigiamo verso quelle terre verificare continuamente le nostre aspettative. Nel fantastico mondo della finanza ho piu' volte fatto osservare le operazioni di creazione di ricchezza dal nulla. Solo la nostra BCE non lo fa ma solo perche' il suo statuto non lo consente. Ha operato pero' fornendo enormi masse di prestiti ( come tali devono essere rimborsati ) alle banche europee. Ricordo ancora che questa non e' una crisi di mancanza di liquidita'. E' una crisi di insolvenza . I fallimenti non si curano con l'immissione di altri soldi, se prima non si eliminano le cause che hanno portato al fallimento. Qualcuno si stupisce sempre quando le banche americane emettono, quasi tutte, dei dati di bilancio fantastici . 
Ma dove finiscono allora tutti i titoli tossici dei quali parlo da anni ?
Finiscono nel bilancio della mamma FED. Ricordate? 40 miliardi di $ al mese di acquisti di titoli spazzatura e debito americano. Naturalmente tutto valutato a prezzi di fantasia . Non sono d'accordo su niente altro di quanto dice con Jens Weimann, presidente della banca centrale tedesca ( Bundesbank ) ma quando dice,chiosando alcuni versi del Faust di Goethe, che il potere delle Banche Centrali di creare moneta dal nulla appare " sorprendente, strano, forse mistico, favoloso o terrificante ", ed e' alla base di quella tesi che indica nei moderni creatori di moneta gli eredi degli alchimisti che, manipolando il piombo, speravano di ricavarne oro. 
E' questa l'illusione monetaria di molti all'interno del sistema mondiale che cercano di moltiplicare la ricchezza evitando il processo produttivo reale . E' questa l'economia di carta , del debito e delle bolle finanziarie.  
In Europa dove fino ad oggi la BCE aveva acquistato 210 miliardi di titoli di stato dei paesi in difficolta' con effetti scarsi si riserva di acquistarne " senza limiti ". Questo avverra' solo per i paesi che richiederanno gli aiuti . L'assistenza del ESM o Fondosalvastati, avverra solo a strette condizioni. Lo scopo della BCE e' di abbattere gli " inaccettabili " costi sul debito di questi stati dovuti " ai timori di una reversibilita' dell'Euro ". L'alchimia sta nella sterilizzazione . Acquistera' sui mercati una quantita' pari a quella che vendera'. 
L'altro accordo raggiunto e' la  SUPERVISIONE BANCARIA. La vigilanza avverra' da parte della BCE . Il meccanismo di supervisione bancaria sarà pienamente operativo agli inizi del 2014 per tutte le 6 mila banche dell'eurozona, anche se la sua entrata in vigore comincerà progressivamente agli inizi del 2013. Nella proposta originaria dell'euroesecutivo, la supervisione bancaria unica sarebbe dovuta cominciare dal primo gennaio 2013 per le banche sotto programma di aiuti (come quelle spagnole), dal primo luglio 2013 per quelle considerate dalla Bce "sistemiche" e dal primo gennaio 2014 per tutte le 6000. La  sorveglianza sara' la spina dorsale di una " unione bancaria integrata " che dovra' avere un quadro unico di requisiti patrimoniali , di garanzie sui depositi bancari e di risoluzione delle crisi bancarie . Su questo accordo ci sono state molte resistenze da parte della Germania. Sicuramente per la paura che l'unione bancaria potesse essere solo un sotterfugio per ottenere da parte degli stati in difficolta' una condivisione dei debiti senza trasferimenti di sovranita'. Ci sono pero' altri motivi che vengono taciuti o non sono conosciuti da quasi tutti gli osservatori. Della esposizione verso i paesi piu' deboli molti sono gia' a conoscenza . Anche se ridotti dall'agosto 2008 quando erano 583,3 miliardi agli attuali 271,6 , rimangono una cifra enorme.  Quello che quasi mai viene evidenziato e' che le Casse di Risparmio tedesche " Sparkassen " sono piene di titoli tossici . In parte provenienti da altre parti del mondo , tipo USA , con i Sub- Prime in parte da prestiti fatti in Europa con criteri che Germania non erano permessi ma che in altri paesi avevano il benestare delle istituzioni finanziarie. Alcuni prodotti derivati sono talmente sofisticati che nemmeno chi li ha creati sa quali conseguenze possono avere sui bilanci di chi li possiede . Ricordo, come ho gia detto in passato, che da 16 anni la Germania non include nel suo debito pubblico le passività del Kreditanstalt für Wiederaufbau, meglio noto come KfW, posseduto all'80% dallo Stato e al 20% dai Länder, altri soggetti pubblici.

Si tratta di 428 miliardi di euro interamente garantiti dalla Repubblica federale. La KfW fa mutui a enti locali e piccole e medie imprese. Detiene partecipazioni cruciali in colossi come Deutsche Post e Deutsche Telekom.

E' come se noi in Italia togliessimo dal nostro debito quelli della  Cassa depositi e prestiti. 70% Tesoro, 30% fondazioni bancarie, soggetti privati. La Cdp emette anno dopo anno obbligazioni che godono della garanzia statale e sono collocate dalle Poste sotto forma di buoni e di libretti. Mal contati sono 300 miliardi, due terzi reinvestiti in titoli di Stato e un terzo in mutui agli enti locali.

La Cdp emette anche obbligazioni non garantite per una ventina di miliardi destinate alle iniziative per le imprese e detiene partecipazioni rilevanti. Ma il suo debito è per tutta la parte coperta da garanzia pubblica conteggiato nel debito pubblico. 
E' per questo che i tedeschi non vogliono sottostare alla supervisione di tutte le loro banche . Sono 8400 le banche europee, perche' non controllarle tutte ?  Quando la  centralizzazione del controllo bancario sara' effettiva la grandezza del suo potere economico e finanziario sara' pari a quella dei grandi gruppi bancari che operano nel mondo e a quello dei regolatori e sorveglianti d'oltre Atlantico. Nell'economia reale dove la Commissione Europea dice che ci sono 25 milioni di disoccupati e ben 116 milioni a rischio poverta' la lotta si fa dura per avere potere e vantaggi economici. Vittorio Colao amministratore delegato di di  Vodafone , terzo gruppo telefonico europeo , ha detto che i grandi gruppi europei vogliono piu' integrazione europea perche' l'unione di un mercato di 400 milioni di persone da massa critica e spinta demografica . Tre massimi dirigenti di societa' molto importanti : Henri De Castries di Axa, Franco Bernabe' di Telecom e Peter Loscher di Siemens , chiedono l'attenzione di Bruxelles agli investimenti dei privati e misure per ridurre il costo del lavoro.Altri ancora chiedono maggiore integrazione e conseguente cessione di sovranita' dei singoli paesi per attrezzare politicamente l'Europa al livello della sua stazza continentale e affrontare la ristrutturazione imposta dalla concorrenza asiatica e americana. Fuori dal coro , naturalmente l'Inghilterra. Le maggiori preoccupazioni che vengono da la sono di carattere normativo e restrittivo che riguardano la finanza . Essendo l'economia inglese estremamente condizionata dall'industria finanziaria, accordi restrittivi sull'operare delle banche comporterebbe perdita di potere e denaro delle stesse.  Quando la serpe finanziaria si ritorcera' contro anche a loro se ne vedranno di disastri. Credo che oltre la visione di breve all'orizzonte si sia ben delineato quello che sara' l'obiettivo finale . L' Euro come moneta irreversibile . Anche con tempi diversi e dettati da opportunita' elettorali e politiche l'integrazione europea sara'composta da 4 blocchi. L' Unione fiscale , bancaria, economica e politica. La cessione di sovranita' da parte dei singoli stati sara' all'ordine del giorno nei prossimi anni.  
Paolo 
Fine parte 1